lunedì 21 settembre 2015

La saggezza degli irochesi e gli scritti bahá’í, un confronto.

A Dekanawidah, capo spirituale irochese, è attribuita una profezia simile a quella di ‘Abdu’l-Bahá

di Adriano Savi
Ispirato ad un articolo di Christopher Buck.

Gruppo di irochesi nei pressi di New York - 1914
O Mio servo, tendi l’orecchio a ciò che ti è stato inviato dal Trono del tuo Signore, l’Inaccessibile, il Più Grande. Non v’è altro Dio che Lui. Egli ha chiamato all’esistenza le Sue creature perché conoscano Colui Che è il Compassionevole, il Misericordioso. Egli ha inviato nelle città di tutte le nazioni i Suoi Messaggeri ai Quali ha dato incarico di annunziare agli uomini le novelle del Paradiso del Suo beneplacito e di avvicinarli al Riparo della sicurezza duratura, il Seggio dell’eterna santità e della gloria trascendente. (Bahá’u’lláh, Spigolature LXXVI, 1)
Queste parole, scritte da Bahá’u’lláh nella seconda metà dell’Ottocento, chiariscono come Dio non abbia fatto preferenze tra gli esseri umani ma si è manifestato a tutti inviando a tutti i propri Messaggeri. ‘Abdu’l-Bahá scrive:
La sola ragione per cui Iddio S'è manifestato e dal reame dell'invisibile sono irradiate queste luci infinite, è l'educazione delle anime di tutti gli uomini e l'affinamento del carattere di tutti coloro che dimorano sulla terra - sì che gli individui benedetti che si sono affrancati dalla caligine del mondo animale si levino con quelle qualità che sono ornamento della realtà dell'uomo.  (‘Abdu’l-Bahá, Antologia, 2)
Dunque Dio si è preoccupato di educare tutti e di affinare il carattere di ciascuno. La sostanziale unità del genere umano Bahá’u’lláh l’ha espressa chiaramente con queste immagini:
Siete tutti foglie di un unico albero e gocce di uno stesso oceano. (Bahá’u’lláh, Tavole rivelate dopo il Kitáb-I-Aqdas, La tredicesima Lieta Novella)
Oggi siamo molto affascinati dalla cultura e dalla saggezza dei nativi americani, specialmente dal loro rapporto con la natura, ma in quel periodo il pensiero comune tra noi occidentali era molto diverso. Prendiamo ad esempio Theodore Roosevelt (1858–1919), uno dei presidenti americani più stimati, eletto a 42 anni, rimane ad oggi il presidente più giovane. Premio Nobel per la pace, il suo volto è uno dei quattro scolpiti sul monte Rushmore, assieme a quelli di George Washington, Thomas Jefferson e Abramo Lincoln. Nel suo libro The Winning of the West, parlando dei nativi americani ha scritto: “La più giusta di tutte le guerre è quella contro i selvaggi.”

Sempre parlando di nativi americani, in quello stesso tempo ‘Abdu’l-Bahá profetizzava:
Dovete dare grande importanza agli Indiani, gli aborigeni d'America… diverranno così luminosi da riversare, a loro volta, luce su tutta la terra. (‘Abdu’l-Bahá, Tavole del Piano Divino, Tavola ai bahá’í degli Stati Uniti e del Canada, 8 aprile 1916)
Oggi non sappiamo quali siano i messaggeri che Dio inviò nelle città delle nazioni americane in epoca precolombiana. I loro nomi sono andati perduti. Per avere un saggio della loro cultura, però, possiamo prendere ad esempio Dekanawidah, capo spirituale degli Irochesi noto come il Grande Pacificatore, autore della Gayanashagowa o Grande Legge della Pace, che fu la costituzione orale della lega delle sei nazioni irochesi (Cayuga, Mohawk, Oneida, Onondaga Seneca e Tuscarora).

A Dekanawidah è attribuita una profezia molto simile a quella sopra riportata di ‘Abdu’l-Bahá:
Dopodiché  Dekanawidah si alzò in piedi, al centro dell’assemblea, e disse:
In primo luogo chiarirò cosa vuole dire ‘Ora sta arrivando il Buon Messaggio’. Questo in verità è quello che significa: quando si fermerà il massacro dei vostri stessi simili che vivono qui sulla terra, allora ovunque arriverà la pace, di giorno e di notte, e per chi viaggia, tutti saranno fratelli…
Ora di nuovo, successivamente, io dico ‘Ora sta arrivando il Potere’ e questo significa che le differenti nazioni, tutte le nazioni, diventeranno una sola, e la Grande Legge entrerà in essere, così che tutti saranno fratelli e ci sarà solamente un’unica famiglia e, nel futuro, nei giorni a venire, questa famiglia permarrà.
Ora, di seguito, l’altro mio terzo detto: ‘Ora sta arrivando la Pace’ questo significa the tutti saranno fratelli, gli uomini e anche le donne, e anche i giovani e i bambini, e quando tutti sono fratelli, ogni nazione, allora ci sarà la pace… Allora ci sarà la sincerità e loro sosterranno la speranza e la carità così che la pace unirà tutte le genti, veramente sarà come se non avessero che una mente, persone distinte con lo stesso corpo umano, la stessa testa e la stessa vita, il che significa che saranno uniti …
Quando funzioneranno, il Buon Messaggio e il Potere e la Pace, questi saranno le regole di vita, questi saranno i grandi valori tra le genti. (Woodbury and Gibson, Concerning the League: The Iroquois League Tradition as Dictated in Onondaga by John Arthur Gibson  p. 5 – 6)
Ci piacerebbe che i leader del mondo, alle prese con tanti gravi problemi internazionali, come il degrado ambientale, le masse dei profughi e le estreme differenze economiche, capissero che è ora di far funzionare il Buon Messaggio e il Potere e la Pace.

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Queste sono opinioni puramente personali e non rappresentano l'opinione della comunità bahá’í o di qualunque sua istituzione. Gli scritti bahá’í invitano ogni singolo ad una libera ed indipendente ricerca:
O FIGLIO DELLO SPIRITO!
Ai Miei occhi la più diletta di tutte le cose è la Giustizia; non
allontanartene se desideri Me, e non trascurarla acciocché Io
possa aver fiducia in te. Con il suo aiuto ti sarà possibile discernere
coi tuoi occhi e non con gli occhi degli altri, e apprendere
per cognizione tua e non con quella del tuo vicino. Pondera
ciò nel tuo cuore, come t’incombe d’essere. In verità la Giustizia
è il Mio dono per te e l’emblema del Mio tenero amore.
Tienila adunque innanzi agli occhi.
(Bahá’u’lláhParole Celate, Arabo, n.2)

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